Documentario Brindisi: porto e monumenti simbolo

Video e montaggio di Michele Signorile

Voce di Samuele Mangia

 

Fondata intorno al XVI sec. a.C. è una tra le più antiche città d'Italia e d'Europa. Benvenuti a Brindisi!

Il porto di Brindisi è senza ombra di dubbio, il luogo simbolo dell'intera città. E' stato riconosciuto dall'UNESCO come porto di pace. E' proprio questo, infatti, con la sua caratteristica forma a testa di cervo, a dare l'emblema alla città, appunto il cervo. E' un luogo stupendo e, dopo la ristrutturazione del lungomare Regina Margherita (attualmente inquadrato) lo è diventato ancora di più. Qui si può passeggiare, andare al bar o al ristorante, assistere ad eventi sportivi e musicali, rimanendo sempre a due passi dal mare. 

Quando si pensa ai monumenti di Brindisi, ne vengono in mente subito due , i più caratteristici, entrambi si specchiano nelle acque del porto:  il monumento al marinaio d'Italia e le colonne romane.

Queste ultime in origine erano due colonne gemelle. Come tali furono raffigurate già dal XIV secolo come emblema della città. A seguito del crollo di una delle due colonne a causa di un terremoto nel 1528, il monumento è rimasto mutilo. La colonna superstite è stata smontata durante la seconda guerra mondiale per evitare crolli o danni ; tra il 1996 e il 2002 la colonna è stata nuovamente smontata e questa volta interamente restaurata.  Dopo il rimontaggio, il capitello originale è stato esposto in una sala del Palazzo Granafei-Nervegna, al suo posto è stata collocata una copia.

La datazione delle colonne è incerta. Tuttavia si pensa ad un'origine piuttosto posteriore all'epoca imperiale romana, non escludendo una sistemazione finale in epoca bizantina.

La collocazione delle colonne nel rialzo prospiciente il porto, dimostra che furono innalzate con un intento celebrativo, forse a supporto di due statue bronzee. Per questo si suppone che le due colonne che i veneziani innalzarono in piazza San Marco, proprio in fronte alla banchina più importante della città lagunare, siano una replica medievale di quelle di Brindisi. Un'altra ipotesi è che le due colonne fossero unite da due fasce di cuoio con sopra una braciere che fungeva da faro.

La colonna è alta quasi 19 metri e il suo capitello raffigura quattro divinità e otto tritoni tra foglie di acanto. Sul piedistallo della colonna è possibile leggere un'iscrizione che ricorda una ricostruzione della città ad opera del protospatario Lupo.

Perchè è rimasta solo una colonna? Che fine ha fatto l'altra? Il 20 novembre 1528 una delle colonne crollò e i vari pezzi marmorei rimasero a terra per oltre un secolo. Nel frattempo nel 1657 la peste riprese a seminare morte nel regno di Napoli, ma fortunatamente non toccò la Terra d'Otranto. A Lecce, dove si credette ci fosse stata un'intercessione di Sant'Oronzo, il popolo volle realizzare un monumento al santo patrono e l'allora sindaco di Brindisi, Carlo Stea, decise di offire i pezzi della colonna caduta, danneggiati e in stato di abbandono.

Il sindaco che gli succedette, Giovanni Cuggiò, facendosi interprete delle volontà popolari, rifiutò di consegnare la colonna. Il 2 novembre 1659 il Viceré di Napoli, ordinò l'invio a Lecce dei pezzi cascati della colonna dove nel 1666 si innalzò nella piazza principale la statua di Sant'Oronzo su una colonna marmorea che riutilizzava, i rocchi e il capitello della colonna brindisina.

Nella stessa piazzetta, di fianco alle colonne, sorge la casa del sommo poeta Virgilio, abitazione dove perse la vita il 21 settembre del 19 a.C.

Sul lungomare è possibile vedere la casa del turista, con al suo interno antichi resti romani. La struttura fa parte di un antichissimo isolato che ha ospitato la chiesa e l'albergo dei cavalieri di San Giovanni nel medioevo, precedentemente proprietà dei templari. Dall'esterno si può notare sull'arco d'ingresso, nella chiave di volta, la croce di Malta, simbolo dei templari.

Il monumento al Marinaio d'Italia è un monumento a forma di timone alto 53 metri. E' caratteristica la sua forma vista dall'alto, un'aquila stilizzata, simbolo del fascismo.

Presenta alla base una cripta a forma di scafo e sull'altare la statua della Vergine "Stella del Mare". Sulle pareti sono riportati i nomi dei circa 6.000 marinai caduti nella grande guerra e i 33.900 marinai caduti della seconda guerra mondiale. 

Sul piazzale superiore del monumento sono situate due ancore e due cannoni appartenenti a navi austro-ungariche, simboli di vittorie raggiunte sul mare nel 1918.

In origine il monumento aveva ai suoi lati due rappresentazioni del fascio, simbolo per eccellenza del fascismo, i quali, alla fine di quel periodo storico, vennero cancellati.

Il monumento è visitabile e al suo interno ci sono due stanze con dei reperti risalenti ai due conflitti mondiali. Si può salire fino in cima e da qui sopra si può godere di una vista mozzafiato! 

Il monumento è stato realizzato per commemorare i marinai caduti in occasione della prima guerra mondiale e la scelta di Brindisi fu dovuta al ruolo centrale che ebbe la città salentina durante la guerra.

Per la realizzazione fu indetto un concorso nazionale per architetti e scultori e vi parteciparono ben 92 bozzetti. Il vincitore fu proprio quello di un grande timone con cappella-sacrario presentato dall'architetto Luigi Brunati e dallo scultore Amerigo Bartoli.

I lavori per la realizzazione durarono un anno, dal 1932 al 1933. L'inaugurazione avvenne il 4 novembre, alla presenza del re Vittorio Emanuele III.

Esiste un monumento molto simile, eretto come memoriale per i marinai caduti nella prima guerra mondiale a Laboe, in Germania.