Caino e Abele
Sin dalla nostra prima infanzia, da quando nei locali adibiti a sacrestia delle nostre Chiese Cattoliche. apprendemmo che l’origine dell’uomo secondo il dettame della Sacra Bibbia,ebbe luogo nel Paradiso Terrestre, dove l’alito divino dell’Altissimo diede vita a quel miscuglio di fango contenente i quattro elementi della vita: acqua – terra – aria e fuoco, con i quali formò il corpo fisico, intellettuale e spirituale dei nostri primi progenitori Adamo ed Eva, l’ubicazione geografica del Paradiso Terrestre, ci ha sempre incuriositi circa la sua reale collocazione.
Molti studiosi , lo hanno collocato, tra le gole della Armenia, dove nascono i fiumi Tigri ed Eufrate ed altri lo vogliono sugli altopiani del Pamir.
In quella incantevole e meravigliosa località, che era stata concessa ad Adamo ed Eva, crescevano spontaneamente piante belle a vedersi e buone a mangiarsi e vi nasceva , così recita la Santa Bibbia un fiume che poi si dividerà in quattro rami.
“Il primo ha nome Fison ed è quello che circonda la città di Hevilat dove si cava l’oro e l’oro di quella terra è ottimo. Il secondo ramo ha nome Geon ed è quello che gira tutto attorno alla regione dell’Etiopia. Il nome del terzo ramo è Tigri e si dirige verso l’Assiria. Il quarto fiume è l’Eufrate che in quella terra vi scorre parallelo.”
San Gerolamo stabilì che il fiume Fison ( il più orientale dei quattro rami biblici) era l’attuale Gange.
Il fiume Geon è sicuramente identificabile con il Nilo, mentre il Tigre e l’Eufrate sono arcinoti, specie in questi ultimi anni a causa della guerra intestina che sta dilaniando l’intero Iraq, ove le loro acque, con la quotidiana mattanza di uomini, donne, vecchi e fanciulli innocenti, hanno preso il colore del sangue.
La Bibbia, colloca ad oriente anche le sorgenti del grande fiume egiziano il quale fletteva verso Sud, bagnando il paese di Kus ( l’attuale Etiopia ) prima di sfociare nel Mediterraneo con il suo grande delta.
Circa la collocazione dei fiumi Fison ( Gange ) e Geon ( Nilo ) la Bibbia, era in pieno accordo con le conoscenze geografiche del tempo, secondo le quali l’Africa e l’Asia si trovavano unite a meridione, dopo il Mar Rosso, attraverso un continente del quale non si conosce il nome.
In questo si comprende come Alessandro il Grande ( vissuto dal 356 al 323 a.C. ), giunto che fu alla vista del fiume Indo durante la sua memorabile campagna di conquista del mondo, fosse convinto di trovarsi presso il corso superiore del Nilo.
Di conseguenza gli studiosi hanno voluto circoscrivere entro quella parte della Terra il Paradiso Terrestre, facendo ivi risalire la nascita e lo sviluppo della civiltà umana, che coincide con quanto descritto dalla Bibbia.
Dopo che Eva ebbe assaporato il frutto proibito dell’albero del Bene e del Male e la successiva cacciata e la tremenda maledizione dell’Eterno, la terra iniziò a popolarsi.
Il suono non sempre gradevole della voce umana ebbe a rompere il profondo silenzio sino ad allora regnante.
La noiosa e disperata solitudine di Adamo ed Eva, venne confortata dalla nascita prima di Caino e successivamente di Abele.
Caino in semitico vuol dire “ fabbro”, sicuramente perché la sua discendenza in seguito, si sarebbe specializzata nella attività industriale.
Abele, vuol dire “ soffio “, proprio per stare a significare la sua rapida scomparsa.
L’innocente Abele aveva scelto la più pacifica ed innocua occupazione, la pastorizia ed era logico che ne vedesse produrre i frutti senza troppa fatica. Il suo gregge si riproduceva liberamente procreando abbondantemente nuova figliolanza.
Caino, invece, con il sudore della fronte coltivava la terra. Ma la terra, non è come un montone,che lasciato libero di accoppiarsi con le pecore del gregge, dopo qualche mese produce una quantità di agnellini. La terra è avara nel dare, deve essere dissodata, arata, seminata e difesa per quanto possibile dalle intemperie se si vuole che essa dia i suoi buoni frutti.
Sarà stata forse una cattiva annata del raccolto, a portare Caino ad avere prima invidia del fratello buono e prediletto dal Signore e poi ad istigarlo al fratricidio.
E così, in quel mondo sino ad allora ovattato dal silenzio della quiete, dalla pace e dalla tranquillità, avvenne il primo delitto della storia umana, l’uccisione di Abele.
Narra la Bibbia che un giorno ambedue i fratelli offrirono al Signore un sacrificio. Abele offrì di tutto cuore l’agnello migliore del suo gregge, mentre Caino offrì i frutti meno pregiati del suo campo.
Iddio, che vedeva nel cuore di entrambi, gradì l’offerta generosa di Abele, ma non quella avara di Caino che al cospetto dell’Altissimo, divenne cupo e silenzioso. Allora il Signore lo rimproverò dicendogli: “ Per quale motivo sei corrucciato? Se ti comporti bene ti avrò caro al pari di tuo fratello, se invece farai del male, alla tua porta vi sarà la pena ed il dolore. Ma tu potrai dominare, se lo vorrai, la fame del peccato”.
Caino, non raddolcì il suo sguardo e ne si sottomise al volere del Signore, ed ecco apparire sulla faccia della terra il primo uomo privo di timore di Dio.
Era una giornata di primavera, forse, il giorno in cui avvenne il fratricidio, uno di quei giorni, in cui la natura mostra tutta la sua magnificenza, con un sole splendente, con la vegetazione di un verde lussureggiante e con un mare di fiori di vari ed infiniti colori che spuntavano impetuosi tra il fogliame.
Una sorte beffarda, quella che sta per accadere ad Abele, mentre la natura è in pieno risveglio, lui dovrà morire per mano del proprio fratello assassino. I milioni e milioni di fratricidi, commessi da quel primo assassinio , nel corso dei millenni successivi, ci portano a ritenere che quel nefando delitto ebbe verosimilmente ad essere posto in essere nella seguente maniera.
Prima dell’alba di quel fatidico giorno, forse aveva piovuto ed ora il sole con i suoi tiepidi raggi primaverili iniziava la sua ascesa verso la sua sommità dell’azzurro cielo, il gregge di pecore di Abele sciamava gioiosamente per la campagna verdeggiante brucando la tenera erbetta. Caino, che a causa del risentimento covato nei riguardi del fratello, aveva trascorso la notte travagliata da incubi e da tristi presagi, affacciatosi sulla soglia del suo capanno, alla vista di Abele al seguito del suo gregge, lo richiamò con un gesto ed indicandogli la terra che si rinnovava gli disse: “ Vieni con me nei campi, ti mostrerò i frutti del mio lavoro che stanno per nascere “.
Abele, di animo semplice e buono, incapace di sospettare il male, accettò.
Assieme andarono per i campi coltivati, tra gli alberi in piena fioritura, ognuno decantando i prodotti del rispettivo lavoro.
Forse Abele ebbe il torto di soffermarsi maggiormente a magnificare con troppo calore i prodotti del suo ben tenuto gregge, forse, qualche pecora sconfinò nel seminato ed in un attimo la furia omicida covata da Caino ebbe il sopravvento.
Caino, si trovò con un randello in mano, lo sollevò e lo lasciò cadere con tutta la forza sulla testa del fratello. Sentì le ossa che si rompevano, vide apparire il sangue che iniziava a fuoriuscire dalle narici di Abele, ebbe paura e venne colto dal panico e dal terrore.
Paura, terrore e panico sorti in chi vede per la prima volta morire un suo simile, per di più il proprio fratello.
Prima di Abele, nessun uomo sulla terra, era morto e la morte era di conseguenza un avvenimento nuovo e non compreso. E, Caino fuggì, stravolto in viso, con l’intento di nascondersi, ma la voce del Signore lo raggiunse.
Avvenne il più drammatico colloquio della storia umana che la Bibbia ci abbia tramandato: “ Disse il Signore a Caino :” Dove è tuo fratello?” E Caino rispose: “
Non lo so; sono forse il guardiano di mio fratello?” Gli disse il Signore: “ Che cosa hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra.
Perciò da ora in poi sarai maledetto sulla terra che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello versato dalla tua mano.
Anche se lavorerai essa non ti darà frutti, sarai ramingo e fuggiasco per il mondo”.
Rispose Caino al Signore: “ La mia iniquità è troppo grande perché io meriti perdono. Ecco, Tu mi scacci oggi sulla terra, sfuggirò il Tuo viso e sarò ramingo e fuggiasco per il mondo. Perciò chiunque mi incontrerà mi ucciderà “. Ma il Signore gli disse:” No, non sarà così.
Anzi, chiunque ucciderà Caino sarà punito sette volte di più”. E pose il Signore su Caino un segno affinché nessuno che lo incontrasse lo uccidesse.
Andato via Caino dal cospetto del Signore, si stabilì fuggiasco nella regione che è ad oriente dell’Eden.
Caino, sconterà la sua orrenda colpa sentendo rodersi la coscienza dal rimorso , ma non gli mancherà il tempo di prendere moglie, di generare il figlio Henoc e di costruire una città.
La sua discendenza si moltiplicò ed i Cainiti. ebbero un particolare talento per l’industria.
In un mondo di pastori e di poveri agricoltori, essi raggiunsero la ricchezza e conobbero l’arte della fusione dei metalli. Infatti la Bibbia, specifica che una dei discendenti, di nome Tubelcain “ era un abile lavoratore del metallo, artefice di ogni genere di lavoro in bronzo ed in ferro”.
Nel mondo antico i metalli significavano armi e quindi sicurezza. Temuti dalle popolazioni, anche le più remote, i Cainiti poterono concedersi un tenore di vita borghese ed agiato. La stabilità acquisita, li portò allo sviluppo delle arti, tanto che ad essi si fa risalire la paternità della musica.
Infatti così recita la Sacra Scrittura: “ Jabel fu il padre di quelli che abitano sotto le tende e dei pastori.
Suo fratello Jubal, fu il padre dei musici di cedra e di organo “.
La narrazione biblica¸della vita di Caino ed Abele, ci lascia in un primo momento un po’ perplessi circa la punizione inflitta dall’Eterno a Caino per l’uccisione di Abele, non applica la legge del “ taglione “ ma si limita a maledirlo ed a mandarlo fuggiasco per il mondo. Ma analizzando in profondità quale sarà il prosieguo della vita di Caino e di quella della sua progenie, constateremo che Egli ed i suoi discendenti, pagheranno il fio della colpa in maniera talmente marcata che rimarrà ad eterna memoria nella storia dell’umanità.
Passiamo ora alla analisi: “ Abele, il mite, il semplice, il buono, il timorato di Dio e da Lui amato, che si affaccia alla vita, praticando il più innocuo dei lavori, che è quello di accudire un gregge di pecore ed allevare agnelli, dei quali offre in sacrificio al suo Creatore, il migliore, viene privato dalla vita, in maniera cruenta e per mano del fratello Caino, di indole malvagia, avaro e non timorato di Dio.
L’Altissimo, non reclama subito il suo sangue, facendolo perire in cambio del sangue versato, ma si limita a maledirlo e, perché si ravveda gli pone un “ Segno “ per non farlo riconoscere dagli altri uomini quale egli è in realtà l’assassino del proprio fratello.
Ma Caino, anche se in un primo tempo va errando per il mondo, roso dal rimorso e dalla vergogna per la nefanda azione commessa, successivamente, figlio quale è. di genitori che si sono macchiati del “ Peccato Originale “ , dimostra subito di essere di “ memoria corta “, anomalia questa che assieme ad altre , verrà trasmessa a tutto il genere umano, che verrà dopo di Lui e, dimentica il fratricidio commesso. Infatti, prenderà moglie, genererà il figlio Henoc, costruirà una città, nella quale la sua progenie si moltiplicherà e crescerà in ricchezza, in orgoglio ed in malvagità, tanto da attirare l’ira del Signore.
Ecco, quindi si realizza la tremenda punizione divina. Caino, rimarrà per l’eternità il “ Maledetto da Dio “ e la sua discendenza perirà tutta nei flutti del Diluvio Universale. Abele, colui che intinse con il proprio sangue, crudelmente versato, la terra avara, rimarrà per sempre l’uomo buono e pio, il “ Benedetto dal Signore , ricordato con amore e pietà da tutta l’umanità”.
Tutti noi discendiamo da Adamo, tutti veniamo dal suo terzo figlio Set e tutti noi proveniamo dal figlio di Set e, cioè da Noè, definito “ il capo della umanità rinnovata “, altro prediletto dal Signore.
Caino ed Abele sono stati collocati nelle Sacre Scritture, sia come esempi di quella umanità primordiale prevalentemente dedita alla pastorizia ed alla rudimentale agricoltura e, sia come simboli del Bene e del Male.
Il Male si configura con Caino, l’assassino, il malvagio ed il maledetto da Dio. Il Bene con Abele, il mite, il buono ed il benvoluto da Dio. Il Male, dopo l’omicidio di Abele, prende il sopravvento, si gonfia, si espande sulla terra, corrompe a tal punto i semplici costumi degli antichi uomini che erano di indole buona, semplice ed ossequiosa al volere della Divinità, tanto da rendersi invisi alla vista del Signore.
Infatti, Egli il nostro Creatore, vedendo che grande era la malvagità degli uomini sulla terra e che ogni pensiero del loro cuore era rivolto al male, si pentì di avere fatto l’uomo sulla terra e nello abbattere su di essa il Diluvio Universale così si espresse: “ Sterminerò sulla faccia della terra tutti gli esseri da me creati, dall’uomo sino alle bestie, dai rettili fino agli uccelli dell’aria perché mi pento di averli fatti “.
Ma Noè il nuovo prediletto, trovò grazia agli occhi del Signore e, quando il diluvio ebbe termine, in segno di riconciliazione tra l’Altissimo e l’umanità superstite e rinnovata, nella infinita volta del cielo, Egli l’Eterno, fece apparire l’Arcobaleno con i suoi sette colori che sta ancora a ricordare quel patto di alleanza e di perdono, concessoci dalla Suprema Bontà Divina.
Poiché Noè visse, per come ci ha tramandato il Sacro Testo, per ben 950 anni, si suppone che almeno per ben nove secoli e mezzo, il Bene ebbe ad elargire i suoi benefici frutti sulla umanità rinata, facendo vivere quel tempo senza l’invidia, l’odio, la violenza, la fame e la guerra.
Quanto ebbe a durare il regno del Bene, non si sa! Ma è certo che a distanza di quattro mila anni circa dal Diluvio Universale, l’Altissimo dovette inviare sulla terra il proprio figlio prediletto, Nostro Signore Gesù Cristo ad immolarsi per noi, peccatori di ogni genere di crimini. E, così Nostro Signore Gesù, con il Suo sangue versato, stipulò con l’Altissimo altro nuovo patto di alleanza e di perdono. Ma oltre al sacrificio della sua sacra vita¸ nel corso della Sua pur breve esistenza sulla terra, propugnò e promulgò l’Amore verso il Dio Padre e verso il prossimo e, la Sua Chiesa per oltre 2000 ( duemila ) anni ha provveduto a divulgare questo concetto di amore. Con quali risultati?
Direi scarsi e pochi! Gli uomini continuano ad uccidersi. L’invidia, l’odio, la violenza e la malvagità continuano ad imperare, permettendo ai quattro malefici cavalieri dell’Apocalisse di scorazzare indisturbati sulle strade della Terra, mietendo morte e distruzione.
In questo a dir poco spaventoso contesto, in cui versa l’umanità intera, il Bene, unica salvezza,continua ad essere cercato sulla faccia della terra con la “ Lanterna di Diogene “. A cambiare l’umanità ed a fare si che cessino le guerre fratricide di parte e di religione e le avversità delle forze della natura scatenate dai continui abusi che sulla medesima vengono esercitati, esclusivamente per avidità di illecito guadagno e di potere, è necessario che l’uomo, Entità singola del creato, inizi singolarmente a prendere coscienza della necessità del cambiamento, abbattendo l’invidia, l’avidità, l’odio e la malvagità che in cuor suo albergano e con amore e fiducia propaghi e divulghi il Bene, l’Amore e la Fiducia verso il Prossimo di qualsiasi colore esso sia con la speranza che la Pace, la tranquillità, e l’Amore per la Vita stessa ritorni a sorridere in ogni angolo del Mondo.
Ma che tutto ciò avvenga, è umano ritenere, rimane e rimarrà sempre una semplice UTOPIA.
Brindisi, luglio 2006.
Antonio TRONO