Pubblicato su”EUROMEDITERRANEO” n. 3 – agosto 2010


IL PARCHEGGIO CILLARESE

 

Leggendo “Euromediterraneo”, periodico indipendente di cultura, informazione e politica del continente europeo e del bacino mediterraneo del mese di marzo 2010, la mia attenzione è stata attratta dalla proposta dell’Ing. Domenico Danese sul rendere “Navigabile il Canale Patri”.

Sono convinto che per molti brindisini una simile proposta sia stata accolta con la solita frase “c’è capu fresca”, ma non per me, abituato a quella peggiore: “sindesciutu ti capu”.

Tra le varie proposte del piano urbano del traffico approvato dal Consiglio Comunale, con la delibera n. 18 del 9 marzo 1992, redatto dall’ Ing.ri Cecilia e Bottaro, si evince lo stralcio del piano parcheggi, da uno studio redatto dall’Ufficio Comunale del Traffico in cui, tra l’altro, è previsto l’ampio “ Parcheggio Cillarese” con una capienza a partire da 400 posti auto.

Detto parcheggio andrebbe ad insistere su tutta l’area dell’ex SACA, dove è stato poi realizzato il Comando di Polizia Urbana, oggi Società Multiservizi,con alcuni parcheggi, con immissioni, oltre che dalla via Prov. San Vito, dalla Strada Pittachi, per mezzo di una bretella, ove con lo scambio internodale con la Variante ANAS, il parcheggio può essere raggiunto da tutte le direzioni, da e per Bari, Taranto e Lecce.

Il problema principale consiste nel collegamento tra il parcheggio Cillarese ed il Centro direzionale, presunto dal Piano del Traffico, il quale si è posto a traffico limitato con accesso, riservato solo ai residenti ed ai servizi pubblici e d’emergenza, con progressiva ampia area pedonale, a partire dal Corso Garibaldi.

All’epoca vennero esaminate due soluzioni di collegamento: trasporto su ferro (minimetropolitana) – trasporto sul mare (traghetto). Per quanto concerne il trasporto ferroviario, la strada ferrata aveva già raggiunto con i binari la SACA proseguendo per la zona Minnuta, ove vi era una struttura per la riparazione dei carri ferroviari, percorso dei binari che, nella zona Cappuccini, si immettevano nel tronco ferroviario originario per proseguire per la Stazione Centrale, raggiungere quella Marittima e terminare nel Piazzale Flacco con la costruzione di una piccola stazione della minimetropolitana. Anche questo è uno stralcio della proposta dell’Ufficio Traffico di utilizzare l’immenso patrimonio di strade ferrate esistenti, come trasporto pubblico.

Ancora oggi i due binari ferroviari che collegano ex Stazione Marittima con il Piazzale Flacco sono esistenti, nella fascia demaniale, coperti dal manto bituminoso.

Una difficoltà per una simile realizzazione è rappresentata dal passaggio a livello di Porta Lecce, ove si stava approntando un progetto per un sovrappasso ferroviario di non facile realizzazione, inoltre, i tempi necessari di percorrenza superavano i 30 minuti tra Parcheggio Cillarese - Stazione Marittima.

L’orientamento verso il trasporto via mare scaturiva dal fatto che, al progetto approntato            dall’ Ufficio Comunale del Traffico per il Servizio di Collegamento Marittimo poteva inserirsi il tratto di navigazione tra Parcheggio Cillarese – Capitaneria di Porto per il quale, seguito di un controllo sui tempi eseguito con un motoscafo della Società Casalmare, ad opera dell’ Ing. Cecilia venne constatato che detto percorso poteva essere eseguito in 7 minuti.

Nasceva così la proposta di rendere navigabile per 500 metri il “Canale Cillarese”, opportunamente predisposto per la profondità relativa alle maree, di poco allargato e con in servizio motoscafi bassi stretti e lunghi, come quelli in uso a Venezia e con l’invito agli automobilisti: – lascia la macchina e prendi il traghetto – si sperava di alleggerire le correnti di traffico veicolare sulle tre arterie principali di immissione verso il centro direzionale: la P.le San Vito – l’ Appia – P.le per Lecce.

Ogni iniziativa “ Parcheggio Cillarese” venne accantonata, poiché ritenuta più celere la realizzazione del “Parcheggio Ederle”, multipiano da realizzare sul suolo demaniale nella Via Castello ex Caserma Ederle, redatto dall’ Ufficio Traffico ed inserito nello stralcio parcheggi del Piano Urbano del Traffico, affinché il Comune potesse attingere ai finanziamenti regionali per la realizzazione dei parcheggi.

Il Ministero della Difesa si dichiarava disposto a concedere la vasta area demaniale a condizione che fosse realizzata la sede dell’Associazione Marinai d’Italia, sita nell’interno del complesso in via Castello n. 2. L’accordo venne raggiunto Sindaco Quaranta ed Assessore al Traffico Marchionna con il Presidente dell’Associazione Martuncelli, che ne diede notizia al Ministero.

Successivamente il Sindaco Quaranta assicurò l’Associazione Marinai che la questione era seguita dall’Assessore ai Lavori Pubblici, il Vice Sindaco Albano e che, a seguito del finanziamento regionale, l’appalto era stato assegnato alla ditta Lodigiani.

L’appalto del “Parcheggio Ederle” venne sospeso e riproposto il 15 dicembre 2003 dal Commissario prefettizio Pezzuto senza alcun risultato, rimanendo così nel centro cittadino la vasta area demaniale per allevamento dei topi nonché un frammentario ricordo del “Parcheggio Cillarese e del “Parcheggio Ederle”, ritenuti, una volta realizzati, non utilizzati dall’utenza.


Geom. Aldo Indini ex Perito del Traffico del Comune di Brindisi

 

 

CHI E’ ALDO INDINI

 

Aldo Indini, ex funzionario del Comune di Brindisi e affezionato lettore di Euromediterraneo, ci ha inviato un intervento molto qualificato sugli studi effettuati in passato per la nostra città.

Indini è un grande studioso dei problemi del traffico; benché in pensione da tanti anni, viene citato e consultato in ogni parte d’Italia.

E’ stato Indini, che è insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica, a scoprire la scomparsa della Croce di Guerra dallo stemma del Comune, come riportato anche in un articolo di Euromediterraneo, attivando l’Amministrazione Comunale a ripristinare lo stemma originale.

Autore di numerosi saggi, interventi e pubblicazioni sulla storia di Brindisi, Indini, oltre che brindisino doc, è un innamorato della propria città e ci auguriamo altri suoi qualificati interventi, che rappresentano la memoria storica delle nostre origini.