Pubblicato su ”EUROMEDITERRANEO” n. 141 del 16 dicembre 2008

 

OPERE PUBBLICHE CONTESTATE

 

Perché a Brindisi le scelte che riguardano la vivibilità

non sono condivise con i cittadini?

 

Sembra strano, ma Brindisi subisce l’imposizione di opere pubbliche, che si rivelano, il più delle volte, dannose e contrarie alla volontà dei cittadini. In questi giorni si discute del cavalcavia che si vuole costruire per collegare via Osanna con via del Lavoro, con la relativa eliminazione del passaggio a livello di via Provinciale San Vito. Gli abitanti della zona si sono giustamente ribellati, perché il cavalcavia passerebbe (una assurdità!) davanti ai balconi dei piani alti dei fabbricati, creando non solo disagi per gli abitanti stessi, ma anche zone di degrado intorno al cavalcavia, come nelle situazioni analoghe delle grandi città. Così si penalizza ulteriormente il quartiere Minnuta, già isolato e privo di servizi, con scelte che vanno in direzione opposta a tutti i canoni che vogliono città vivibili ed a misura d’uomo.

Eppure venti anni fa Legambiente presentò un progetto di viabilità, che in corrispondenza del passaggio a livello di via Provinciale San Vito prevedeva un sottopasso per collegare via Osanna con via del Lavoro, lungo il tracciato della vecchia linea ferroviaria che portava i carri ferroviari fino ai capannoni ex Saca. Tuttora quel progetto ha la sua validità, anche in funzione della morfologia del terreno della vicina vallata del Cillarese e per creare un percorso alternativo alla via Provinciale San Vito

 

Altra situazione si presenta nella piazza tra Via Imperatore Costantino e Via Giulio Cesare, alle spalle del Carcere. Nelle ore di punta, la piazza ha sempre avuto la funzione importante di parcheggio, decongestionando l’intera zona e soprattutto via Imperatore Augusto, ricca di negozi e supermercati. Ultimamente il Comune ha costruito nel centro della piazza un inutile e inutilizzabile marciapiede, con dei sedili vicino ai bidoni della spazzatura e con delle aiuole abbandonate, che sono diventate luogo di ricettacolo di rifiuti. Si sono creati, così, malgrado le segnalazioni e le proteste dei residenti e dei commercianti, difficoltà agli utenti e situazioni di appesantimento del traffico nelle vie circostanti.

 

Domande per l’assessore ai lavori pubblici Cosimo Elmo: in tutte le città più progredite, incominciando da Milano, le scelte che riguardano la vivibilità sono condivise con i cittadini, perché qui si fa esattamente l’opposto? Ci sono a Brindisi tante emergenze e il Comune, sempre con le casse vuote, non farebbe bene a dare la precedenza ad opere effettivamente necessarie ed utili? Inoltre, l’Amministrazione comunale sottolinea il suo primato nell’applicazione, in Italia, della Carta Audis per la Rigenerazione Urbana, con un “documento” che interpreta e rilancia il misterioso progetto “Brindisi Città d’Acqua”, con la “partecipazione dei proprietari, degli abitanti, degli utenti, degli ordini professionali e di tutte le organizzazioni di rappresentanza, nonché degli investitori”. Ma i nostri Amministratori sono proprio sicuri del coinvolgimento e della “partecipazione” della città al “documento”? O è un “documento” frutto della “dittatura dei burocrati e dei politici”?

 

Vito Maellaro