Pubblicato su ”EUROMEDITERRANEO” n. 132 del 16 giugno 2008
“Democrazia nelle Regole”
Per diffondere la cultura della legalità
Talvolta, in questa primavera “ballerina”, è proprio quando le nubi paiono addensarsi più minacciose che filtra un inatteso raggio di sole. Il Prof. Giulio Bacosi, Avvocato dello Stato in Roma e già magistrato, è anche un cittadino-giurista impegnato nel sociale. L’Associazione di Promozione sociale da lui fondata, “Democrazia nelle Regole”, è reduce dalla presentazione ufficiale alla cittadinanza brindisina: un ottimo pranzo (non solo sul crinale culinario…) organizzato sabato 31 maggio u.s. presso l’Istituto Alberghiero e che ha visto presenti ampie rappresentanze dell’universo lavorativo, professionale, economico e sociale della città di Brindisi.
Avv. Bacosi, perché “Democrazia nelle Regole”?
Se si riferisce alla denominazione, semplicemente perché una Democrazia è realmente tale solo se viene assicurata a tutti i cittadini la piena conoscenza ed il pedissequo rispetto delle Regole che la governano, a cominciare dalla regole “di procedura”, quelle che garantiscono il costante confronto delle idee nell’ottica del miglioramento sociale. Se invece si riferisce alle motivazioni dell’iniziativa, esse affondano le loro più profonde radici nell’esperienza personale che mi ha visto in modo del tutto inatteso (viste le mie umili radici familiari) crescere come giurista e che, come tale, non può non vedermi attivo nella promozione del nobile valore della Legalità in un contesto sociale generale nel quale sembra che le Regole siano sempre più neglette e misconosciute. Circostanza vieppiù grave se si riflette sul fatto che, attraverso la cultura giuridica romana, noi italiani le “regole” le abbiamo portate in tutto il mondo…
Quale nesso vi lega ai partiti politici?
Nessuno. Debbo chiarire che l’Associazione che ho fondato non si propone di far guerra ai partiti, o comunque di contrastarne l’azione e l’operato; la qual cosa, oltre che del tutto sterile, si appaleserebbe, ad oggi, anticostituzionale (visto l’art.49 della Carta fondamentale che prevede i partiti politici e li tutela nella loro azione democratica). Si propone al contrario, fuori da logiche di “parte” – ed a prescindere dunque da come ciascuno dei suoi soci o simpatizzanti la pensi – di favorire la conoscenza ed il rispetto proprio dei valori “unificanti” della Costituzione repubblicana, circostanza vieppiù simbolica in un torno temporale quale quello presente, che vede notoriamente spegnersi la sessantesima candelina.
Perché proprio Brindisi? Casualità o esiste una motivazione precisa?
Democrazia nelle Regole ha ormai sedi in più o meno tutte le Province della Nazione, come è possibile banalmente verificare attraverso la cartina pubblicata sul sito web www.democrazianelleregole.it; stiamo via via procedendo a presentazioni ufficiali sul territorio nazionale, ed il pranzo di Brindisi era fissato da tempo: desidero anzi ringraziare i nostri ottimi delegati in loco, che hanno interpretato l’evento in modo perfetto, coinvolgendo rappresentanze le più variegate tra loro della cittadinanza. Peraltro non hanno fatto mancare il loro apporto anche gli altri delegati salentini, su Lecce e su Taranto: non posso che ringraziare di cuore anche loro in questa sede.
Nessun rapporto dunque con i recenti fatti di cronaca che hanno visto Brindisi al centro di una spirale di illegalità ?
Nessun rapporto: semplice, seppure forse opportuna, coincidenza. Parlerei peraltro, “nelle regole”, di (solo) presunta illegalità. Occorre infatti da un lato rammentare che nel nostro sistema (art.27 della Costituzione) vige il principio della presunzione di innocenza fino a condanna definitiva; dall’altro, mette conto rispettare con doveroso silenzio il lavoro di quanti, magistrati e forze dell’ordine, si adoperano quotidianamente, nello spirito della Repubblica, al fine di garantire la prevenzione dei fatti di maggior allarme sociale e, ove ne venga definitivamente accertata dai competenti organi l’effettiva realizzazione, la più adeguata forma di reazione giuridica prima ancora che sociale.
Tornando a voi, qual è la ricetta di “Democrazia nelle Regole” per favorire una maggior conoscenza ed un miglior rispetto dei precetti da parte dei cittadini?
Partire proprio dai cittadini, e da quelli “in erba” in particolare. Veda: ho avvertito decisa soddisfazione nel registrare come il pranzo di presentazione della compagine alla cittadinanza di Brindisi sia stato organizzato in una scuola, e segnatamente presso il locale Istituto Alberghiero: queste iniziative di “promozione sociale” non possono non partire proprio dal “primo sociale possibile”, quello degli studenti. Il nostro progetto, Educazione alla Legalità, varato con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, con l’avallo autorevole delle più alte cariche dello Stato, e che ci ha già visto presenti in molte scuole della Nazione (compresa una scuola di Brindisi: il liceo scientifico Teodoro Monticelli), presenta il seminario “L’Attualità dei principi fondamentali della Costituzione” agli studenti degli Istituti secondari medi e superiori: alle regole crediamo occorra un approccio sin da giovanissimi, onde apprezzare la capacità di liberazione (assai più che di “costrizione”) che esse sono capaci di sprigionare.
E hai cittadini più “grandicelli” avete pensato già?
Certamente. Sta per prendere le mosse un secondo e parallelo progetto, intitolato “Insieme per la Legalità” e che prevede analoghi incontri sull’Attualità dei Principi Fondamentali della Costituzione con la cittadinanza provinciale presso le Prefetture sparse sul territorio nazionale. Ci gioveremo, come supporto, di un volume da me curato (e per me gratuito: non percepisco diritti di autore) che è stato presentato, per i tipi del Poligrafico dello Stato (Editore Istituzionale) presso l’Avvocatura Generale dello Stato in Roma lo scorso 27 ottobre 2007, dal titolo “La Costituzione a misura dello Studente e del Cittadino”. Seguendo una linea virtuale tesa ad unire i cittadini di domani a quelli di oggi, e finalizzata ad innescare una più autentica spirale di legalità, fair play, rispetto reciproco in un clima di complessivo, costruttivo miglioramento della Nazione. Impresa ardua, certo. Ma non ne siamo affatto spaventati…
Vito Maellaro