2 ottobre 2011 - Commemorazione dei 103 Ufficiali italiani trucidati dai tedeschi a Kos nel 1943

Alla Cerimonia svoltasi il 2 ottobre 2011 presso il Cimitero Cattolico di Kos sono intervenuti 35 miliatri italiani e 3 reduci della Divisione Acqui (sterminata a Cefelonia). Alla Cerimonia erano presenti:

 

  • il figlio del Ten. Vincenzo Cappelli (fucilato a Kos) Giuliano con la moglie Anna Maellaro di Brindisi;
  • il nipote del Ten. Vincenzo Cappelli Fernando Ricciardi con la moglie Adele Piccinno di Brindisi;
  • i reduci della Divisione Acqui Libero Cosci, Mario Martelli e Giovanni Grassi;
  • il vice Sindaco di Kos Avvocato Ioannis Balalis;
  • il vice Comandante 80 Brigata ADTE Col. Liakopoulos Evangelos;
  • il Cappellano Militare Papas Micalopoulos Dimitris;
  • il vicario del Vescovo di Rodi Padre Luke;
  • il Console Italiano Dott. Donatella Berni Karaiannis;
  • il Pres. Comm. Cultura Prov. di Latina Dott. Mauro Carturan;
  • il Pres. Comitato Caduti di Kos Col(r) Pietro Giovanni Liuzzi;
  • l'addetto alla Difesa Ambasciata di Atene C.V. Andrea John Venanzi.

 

 

Tra gli ufficiali italiani fucilati e dispersi vi è il brindisino Ten. Andrea Vincenzo Cappelli abitante in via Indipendenza 43 per il quale la Giunta Comunale di Brindisi, con delibera n. 121 del 23.03.2010, ha deciso ad unanimità di dedicare - Area verde sita in via Bastioni San Giacomo, alle spalle dell'antico Bastione - Zona Centro - Denominazione proposta: Giardino pubblico "Vincenzo Andrea Cappelli, Ufficiale brindisino, fucilato dai tedeschi in Kos il 6.10.1943". I suoi due figli gemelli Giuliano e Adolfo Francesco, abitanti in Brindisi, che saranno presenti alla cerimonia che si svolgerà a Kos il 6.10.2010, ringraziano pubblicamente il Sindaco e la Giunta Comunale per l'approvazione della delibera ed anche gli oltre 700 firmatari brindisini che hanno aderito alla petizione.         

 

Breve descrizione degli avvenimenti dell´ottobre 1943

 

L´isola di KOS, tra le maggiori dell´arcipelago del Dodecaneso, fu teatro di uno dei tanti crimini di guerra perpetrati dall´Esercito Tedesco nei confronti dei militari italiani che, tenendo fede al giuramento prestato, si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò. L´isola, strategicamente importante per il controllo del Teatro Operativo dei Balcani attraverso il locale aeroporto, era presidiata da due battaglioni del 10° reggimento di fanteria "Regina" e unità di artiglieria sostenuti da 1500 militari britannici giunti nei giorni seguenti l´8 settembre 1943. L'isola venne attaccata il 3 ottobre 1943 e le soverchianti forze tedesche sostenute da violenti attacchi aerei, dopo 36 ore di combattimento, costrinsero alla resa i difensori. Circa 3000 dei 4000 militari italiani furono catturati ed ammassati nel castello di KOS senza alcun rispetto delle norme della Convenzione di Ginevra; ai militari britannici catturati fu riconosciuto lo status di prigionieri di guerra. Dei 148 ufficiali italiani: 7 passarono con i tedeschi, 28 riuscirono a fuggire in Turchia, 10 ricoverati in ospedale furono poi trasferiti in Germania, 103 furono fucilati. I corpi di 66 ufficiali, dei quali 42 riconosciuti, vennero ritrovati in 8 fosse comuni. Gli altri 37 corpi, da allora, non sono mai stati cercati sebbene si conoscano i possibili luoghi delle fucilazioni. La strage, che si aggiunge a quella di Cefalonia e alle altre perpetrate contro i militari italiani, è stata dimenticata da tutti.