Il bullo di Stato - di prof. Pasquino
In ogni scuola ormai c’è un bullo,
che usa i compagni come trastullo;
comanda, atterrisce, fa violenza;
da tutti esige pronta obbedienza.
La scuola questi bulli vuol punire,
ma il fenomeno è duro a morire.
C’è anche il bullo di quartiere, famoso,
violento, brutto e minaccioso.
Da giorni inaspettatamente è nato,
prepotente,cinico, un bullo di Stato.
Capo leghista e ministro dell’interno,
da giorni ha saputo scatenare l’inferno.
Ha impedito ad una nave di attraccare,
con seicento persone in mezzo al mare.
Vi erano donne, bambini e poveri disgraziati,
che dalle guerre e dalla fame erano scappati.
Tutti i cittadini di armi vuole dotare
e concedere loro senza remore di sparare.
Rom italiani e non ogni giorno minaccia
e come difensore degli Italiani si spaccia.
Proprio ieri - come ciliegina sulla torta-
vuole far togliere a Saviano la scorta,
scrittore che contrasta la mafia con la cultura;
e di questa nobile missione non ha paura.
Di menzogne ogni dì ne produce un sacco,
agendo da situazione di forza questo vigliacco.
Lui e i suoi amici. – lo penso e lo dico-
per la loro identità han bisogno di un nemico.
Hanno odiato, dando loro dello “ sporco terrone”,
I meridionali che contribuirono alla ricostruzione
e che, migranti di allora, dettero una mano
negli anni sessanta al “miracolo italiano”.
Ora i loro nemici non sono più quelli di ieri,
ma i rom, i migranti e soprattutto i neri.
Se qualcuno di costoro in mare annega,
da novelli fascisti dicono: “ Chi se ne frega,”
perché sono sempre più cinici, biliosi,
tanto da renderli sempre più odiosi.
Pasquino, giugno 2018