In questa foto l'arrivo a Jaddico.
Una novità assoluta. Questo mese abbiamo pubblicato le foto “aeree” che dall'alto ci fanno vedere i preparativi prima della partenza, l'arrivo dei primi pellegrini e dei vigili urbani. Per tutto questo dobbiamo ringraziare Davide Piscopiello che ci ha reso questo servizio.
Naturalmente non possiamo scordarci dell' “infotografabile”, così chiamato perchè, lungo tutto il percorso, si nasconde dietro la sua macchina fotografica. A lui, a Claudio Lobello dobbiamo dire grazie per le foto scattate durante il pellegrinaggio.
Questo mese abbiamo avuto la presenza di due pellegrini provenienti da Arezzo. Si trovavano a Cassano Murge in ritiro spirituale, e da lì sono venuti a Brindisi per partecipare al pellegrinaggio con il quale raggiungiamo il Santuario di Jaddico.
Abbiamo anche avuto la presenza di una simpatica signorina di soli ottanta anni, che si è unita al gruppo dei pellegrini. Immacolata, questo il suo nome, lungo il percorso non si è arretrata nemmeno di un metro, e quando fuori città le abbiamo chiesto come va?, ci ha risposto: “Benissimo!”.
Qualcuno ci ha chiesto di pregare per un ammalato, per due persone che hanno perso il lavoro e, una signora, con le lacrime agli occhi, per un ragazzo di ventidue anni. Abbiamo pregato anche per le intenzioni di una signora particolare, una signora speciale: per la Madonna. Il messaggio di Medjugorje di due giorni fa, inizia così: “ "Cari figli! Pregate per le mie intenzioni perché Satana desidera distruggere il mio piano che ho qui e rubarvi la pace. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate …..”
...E LA MADONNA SI SCIOLSE NELLA LUCE
(tratto da “Il muro di Jaddico” di Dario Amodio)
A quel tempo – ricorda Salvatore Perchinenna – addestravo mio cugino Pino, figlio di zia Pasqualina, a portare la macchina. Ogni sera facevamo un po' di pratica arrivando fino alla Sciaia o girando dalle parti del monumento al Marinaio. Quella sera però ho sentito una cosa dentro, come un presentimento, una cosa che mi spingeva ad andare a Jaddico prima del solito, senza perdere altro tempo. E difatti dissi così a mio cugino: “Per stasera lasciamo stare la macchina, andiamo subito al rosario, stasera voglio stare a Jaddico”.
C'era stato altre volte da quando circolavano quelle voci sulle visioni di Teodoro D'Amici, ma dal primo maggio insieme con sua moglie Franca aveva deciso di andarci ogni sera a recitare il rosario, a fare, come si dice, il “mese di maggio alla Madonna”. La proposta di Salvatore trovò tutti d'accordo, compresa zia Pasqualina e un'altra ragazza che andava con loro, e naturalmente sua moglie Franca, 25 anni, incinta di cinque mesi. A Jaddico c'erano tante altre persone; quella sera sembrava che i partecipanti fossero più numerosi del solito; potevano essere una settantina di persone, molte riunite sotto la baracca di legno situata all'ingresso della chiesa in costruzione. Teodoro come di consueto pregava isolato vicino al muro della Madonna.
“D'Amici lo avevo conosciuto da ragazzo – dice Salvatore – ma non avevo confidenza con lui perchè c'era una differenza di età: io ero più giovane; lo avevo conosciuto quando avevo lavorato come muratore alla costruzione della sua casa di via Calabria alla Commenda, poi l'avevo perso di vista. Sapevo però che era un vigile rispettato, anzi temuto”.
Ora lo ritrovavo coinvolto in questa storia di Jaddico e vedevo che era chiaramente cambiato, che era diventato un'altro uomo, e ne provava una certa meraviglia; la cosa lo portava a riflettere in se stesso: qualcosa di vero c'è, si diceva, ci deve essere, altrimenti non si spiega come mai quest'uomo è così cambiato. Lui se lo ricordava come un vecchio comunista, “fiacco” pure con le persone... se si era rivoltato così, diceva, qualcosa c'è stata.
Salvatore non aveva una grande fede, lo ammette, anche se da piccolo era stato ai Salesiani, e nemmeno sua moglie frequentava assiduamente la chiesa; credevano semplicemente in Dio, nella Madonna, credevano con una fede povera, fatta di piccoli gesti, di semplici preghiere, ma col cuore.
Sta di fatto che quando venne il mese di maggio presero la decisione di andare ogni sera a Jaddico a recitare il rosario; quindi la sera del 27 maggio, quando ci fu l'ultima illuminazione, loro due erano li.
La serata andò avanti con la preghiera in comune che consisteva nella recita del rosario condotto dal buon Melacca, finchè ad un certo momento, improvvisamente, cadde un profondo silenzio. Non si avvertiva più nessun rumore, silenzio assoluto.
“In genere si sentivano i grilli o le macchine che passavano sulla vicina strada statale – ricorda la signora Franca Tomacchio, moglie di Salvatore - ma da quel momento, niente, non c'era nemmeno vento, l'aria era calmissima, scuro da morire. In quel frattempo percepimmo un forte profumo di incenso, come in chiesa; ma non era solo incenso, si avvertiva anche profumo di fiori, certamente rose. Ed ecco, ad un tratto si è sentito gridare: “la Madonna! La Madonna!”
Dice Salvatore: “Era Teodoro che gridava, e poi vedemmo che cadde in ginocchio. Lo abbiamo visto che è caduto sulle ginocchia ed è rimasto con le braccia aperte, pregando, piangendo. Allora anche noi abbiamo visto una luce bellissima. Proprio forte. Una luce azzurra”.
“Io invece l'ho vista celeste – precisa la moglie Franca -. Una luce forte, forte proprio. Sono stati attimi. Era come una colonna di luce che quando è arrivata al muro si è aperta quanto era il muro. Mai vista una luce del genere”.
“Neanche io – conferma Salvatore – ho mai visto una luce così bella; non l'ho mai vista ne prima ne dopo, mai. Era come un fascio di luce verticale che tutto ad un tratto è sceso e si è aperto davanti a noi illuminando il muro. E quando è arrivata proprio sul muro si è allargata ancora di più. Per avvolgere il muro. Il muro si è illuminato tutto – prosegue Salvatore nell'intento di fornire altri dettagli – una luce fosforescente, diciamo, ma forte, e dentro quella luce io ho visto proprio la Madonna col suo manto celeste; dentro la luce c'era la figura della Madonna a grandezza naturale rivolta verso di noi, con le braccia aperte, che guardava noi. Quella sera per me è stata una cosa bellissima. Una cosa che non dimenticherò mai”.
“Io non l'ho vista la Madonna – dice Franca – ho visto solo il muro illuminato e dentro la luce come una larga fascia celeste che si spostava di lato. Quando vidi questo fenomeno ebbi paura e gridai: mamma mia! Gli altri si abbracciavano uno con l'altro e dicevano: siamo stati degni di vedere la luce della Madonna!”.
“Tutti piangevano – ricorda Salvatore – piangevano per la forte emozione. Anche noi eravamo in preda ad una forte emozione. Restammo talmente colpiti, talmente impressionati da ciò che era successo, che quella sera non ci coricammo da soli a casa nostra, per paura, ma andammo a stare dalla mamma di Franca e ci coricammo tutti e tre nel letto grande della mamma. Tutti in un letto”.
Naturalmente del fatto si parlò anche nei giorni seguenti. Salvatore lo raccontò ai compagni di lavoro (a quel tempo lavorava come operaio alla Montecatini), ma raccolse solo ironie e derisioni; secondo loro era rimasto vittima di qualche trucco del vigile D'Amici.
“E tutta una messa in scena – dicevano – il D'Amici avrà acceso un fuoco di nascosto e voi avete abboccato come tanti babbei”.
Ed anche sulla questione del profumo avevano da ridire: “Avrà gettato una boccetta di profumo e vi ha giocati tutti”.
Salvatore però era sicuro di quel che aveva visto, sentiva in cuor suo l'essere venuto a contatto con un fenomeno inspiegabile che per la forza straordinaria si era impresso nella sua mente, nella sua anima, al punto che ancora oggi che sono trascorsi 43 anni, quel ricordo è vivo in lui con tutti i suoi particolari.
Ovunque ci troviamo – aggiunge Franca – nei nostri discorsi c'è sempre la Madonna di Jaddico. Raccontiamo sempre questo fatto”,
“E' un motivo di gioia e di conforto – conclude Salvatore -. E come volermi ricordare che sono stato degno di vedere quella luce, e in quella luce la Madonna; e questa grazia mi ha dato la forza
di andare avanti nella vita. Quando mi capita di avere problemi, anche di salute o altre preoccupazioni personali o familiari mi rivolgo a lei col pensiero, alla Madonna, anche di notte, basta la
semplice invocazione “Madonna mia!” e subito mi sento meglio, sollevato, i nodi si sciolgono, il buio si schiarisce e ritrovo la forza di andare avanti”.
E com'è finita quella sera, che cosa fece la Madonna?
“Allargò le braccia come per abbracciarci tutti e coprirci col suo manto, e poi lentamente si sciolse nella luce”.