RICORDIAMO CHE IL PRIMO SABATO DI GIUGNO,

E CIOE' IL 2 GIUGNO 2012,

CI SARA' IL 6° PELLEGRINAGGIO NOTTURNO PER JADDICO,

CON PARTENZA ALLE ORE 22,00 DALLA PARROCCHIA SAN VITO

via Calabria ang. Via Piemonte - BRINDISI.

 

(qui sotto la locandina)

 

 

 

 

Sul pellegrinaggio

Preghiera nelle case

 

 

 

     Quando il 27 del mese partecipo al pellegrinaggio che si fa per raggiungere a piedi il Santuario di Jaddico, penso al nostro pellegrinaggio terreno, quello che dura una vita. Anche in quest'ultimo pellegrinaggio dobbiamo raggiungere una meta, e voglia il Signore, per la sua misericordia, nel momento del risveglio, fare in modo di ritrovarci fra le sue braccia.

     Partecipavo al pellegrinaggio per Jaddico già quarantanove anni fa, quando ero bambino. Avevo 11 anni. Si andava in piccoli gruppi, poche persone. Erano gruppi familiari.

Si decideva di andare a piedi a Jaddico, e offrire così questa forma di preghiera alla Madonna, e lo si faceva spontaneamente, nella semplicità.

Naturalmente quelle prime persone che hanno aderito a questo pellegrinaggio, con l'avanzare dell'età non hanno più potuto esprimere questa devozione.

La Madonna, però, ha fatto in modo che tutto questo continuasse, infatti Effa, una pellegrina, mi dice che alcune devote, tra cui Elmo Anna e Consiglia, circa 35, ma forse 40 anni fa, iniziarono in maniera spontanea ad andare a piedi a Jaddico. Da qui il gruppo si è andato sempre più allargando, fino ad arrivare all'attuale pellegrinaggio mensile.

 

                                                                                                                            Un pellegrino

 

 

 

     Lo scorso 27 marzo, Daniela ha partecipato al pellegrinaggio, e mi ha detto che aveva tutt'altro impegno per quel pomeriggio. Era pronta per andare alla lega navale, ma era in ritardo, e così, quando ha sentito i nostri altoparlanti passare da sotto casa sua, in quello stesso istante, ha cambiato programma e si è unita al pellegrinaggio per Jaddico.

Beppe, quella stessa mattina mentre era in preghiera in Cattedrale, ha sentito una voce interiore che gli diceva: “oggi è 27!”, per questo motivo, ci ha detto: “Sono qui con voi, per partecipare al pellegrinaggio per Jaddico”.

 

     Il 30 marzo, invece, io e Franco eravamo a casa di Ada Dambrosio, la quale ogni settimana ci aspetta per un momento di preghiera, durante la quale rimane coricata nel suo letto, a causa del suo stato di salute.

Prima di salutarci, Ada ci ha detto: “Voi non sapete quanto bene fate con questa preghiera alle anime e agli stessi ammalati. Io non credo che durerò ancora per molto, ma voi continuate. Me lo promettete?”, e a quel punto, Ada ci ha fissato negli occhi per leggerci nel cuore.

Abbiamo risposto con un “si”.

Era un si carico di tanti dubbi. Tante perplessità.

In quel momento mi chiedevo se ne sarei stato capace, e la risposta che mi sono dato è stata che se ci sarei riuscito, questo sarebbe accaduto non per la mia volontà, ma per la forza dello Spirito Santo.

     Gli ammalati. Quanti ammalati. Quante croci.

Questo Dio che sale su una croce!

“Se sei il figlio di Dio, scendi dalla croce”, dice il centurione.

Cosa sarebbe successo se Gesù fosse sceso da quella croce?

Che cosa avrebbe potuto dire a tutti i crocifissi che rimangono inchiodati sulla loro croce?

La risposta ce la dà Luigi Pozzoli, sacerdote, nel suo libro: “Dio, il grande seduttore”.

Ci dice, per continuare a parlare degli ammalati, che il figlio di Dio, rimanendo sulla croce, e sacrificandosi per noi, compie il miracolo più bello, più commovente: quello della condivisione.

Ma continuo a parlarvi di Ada, pur non potendo dire molto di lei, sebbene io sappia cosa e quanto scrivere, perchè non ho il consenso per farlo. Mi limiterò all'essenziale.

     Ada aveva vissuto in una famiglia che non poteva essere considerata una famiglia credente.

In un momento della sua vita in cui tutto era piatto e deformato, un momento in cui quella vita non poteva essere considerata felice, le fu regalato un piccolo Vangelo che parlava di un uomo a lei sconosciuto.

Il suo nome era Gesù.

Prese tra le mani con riluttanza quel piccolo volumetto, scritto pure in maniera elementare, perchè veniva utilizzato dai bambini del catechismo, ma come per incanto, riga dopo riga, incontrava un personaggio che la affascinava.

Quel Gesù di Nazareth, in tutta la sua pienezza di uomo la sconcertava.

Era per lei un uomo nuovo, perchè il suo era un amore gratuito. Niente era calcolato, tutto per gli altri.

E mentre Ada si inoltrava in un mondo per lei da sempre sconosciuto, ma che sempre aveva aspettato e desiderato, cadde in un pianto dirotto.

Iniziava a capire che era arrivata ad una svolta, la sua vita stava cambiando.

     Ma come vi ho detto prima di iniziare a parlare di Ada, non posso rendere pubblico questo racconto.

Penso che se qualcuno volesse saperne di più, Ada sarà felice di farlo direttamente, a viva voce, a casa sua. Magari un pomeriggio, quando con lei ci incontriamo per la preghiera. (Chi vuole può chiamarmi al 349 – 169 69 63)

 

                                                                                                                                  u.p.