LA MATONNA MI STA CHIAMA
Ci ha pensato la Madonna ad aprire la “Porta del Cielo” perché doveva entrare Salvatore.
Sicuramente sarà stato un ingresso trionfale, per la bontà, per l’amore che aveva manifestato nei riguardi di tutte quelle persone che aveva conosciuto e che avevano apprezzato il suo stile di vita, ma sopratutto per la misericordia del Signore.
Un giovanotto che a breve avrebbe compiuto 96 anni, e che tante volte, anche quando ormai avanti negli anni, era andato a Jaddico a piedi, ed anche in bicicletta.
Un luogo che lui ben conosceva, per averlo frequentato già dall'età di 14-15 anni. Aveva lavorato davanti a quel quadro: una zappa ed un terreno da dissodare, i ceppi della vigna in quel punto proprio davanti al muro, almeno 4-5 filari e tanto sudore. Ma tutto questo non basta, ci ha sempre detto che quando era lì davanti a quel muro, davanti a quella Madonna, quando lavorava non le ha mai rivolto le spalle.
Zappava quei ceppi rimanendo sempre di petto verso la Madonna, e spesso per questo motivo, il lavoro diventava scomodo, ma questo era un rispetto che manifestava verso di Lei. La faccia, il petto, e mai le spalle. Questo era Salvatore. Di lui abbiamo già scritto brevemente nel mese di giugno. Eravamo nella sua casa, per stare con lui e per pregare assieme a lui e ai suoi figli.
Dopo la preghiera si è rivolto al Signore, lo ha implorato, e in dialetto lo ha supplicato e gli ha detto: “Perchè mi tieni ancora in vita, hai chiamato a Te Nunziatina (la moglie), hai chiamato a Te (qui tutta una serie di nomi di parenti e amici), e a me, perchè non mi chiami?
Prendimi con te, cosa aspetti. Prendimi con te, ma cè mali taggiu fattu (ma che male ti ho fatto). Perchè non mi vuoi?, e sono pure di peso a casa, perchè i miei figli mi devono stare sempre appresso.”
Spesso ci diceva una preghiera che lui ben conosceva. Una preghiera antica di almeno 150 anni, che aveva imparato da piccolo e che aveva origine dall'entroterra del leccese, proprio lì dove la sua mamma aveva lasciato i suoi parenti.
TUZZU TUZZU TI CAMPANA
Tuzzu tuzzu ti campana,
(Un colpo, un colpo di campana,)
la Matonna mi sta chiama,
(la Madonna mi sta chiamando,)
mi sta chiama e mi cunvita,
(mi sta chiamando e mi invita,)
a quedda taula saporita.
(a quella tavola saporita dell'amore di Dio.)
Quandu sciamu n’di cibamu,
(Quando andiamo ci cibiamo,)
Gesù Cristu n’di pigghiamu,
(perchè Gesù Cristo ci prendiamo,)
e pigghiati ci n’davimu,
(e dopo esserci nutriti di Lui,)
chiù piccati no facimu.
(non commettiamo più peccati.)
Angeli e Arcangeli,
(Angeli, Arcangeli,)
scinditi tutti quanti,
(scendete dal cielo tutti quanti,)
scinditi sull'altari,
(scendete sull'altare,)
ca n’ce na donna a comunicari.
(perchè c'è una donna da comunicare.)
Apritinci lu cori,
(Apritele il cuore,)
c'ava trasiri nostru Signori.
(perchè deve entrare nostro Signore.)
Iddu trasi e io lu n’serru,
(Lui entra ed io lo chiudo perchè quel Dio-Amore non possa più uscire da quel cuore,)
cu ‘lli chiavi ti lu Patri Eternu.
(con le chiavi del Padre Eterno.)
Iddu trasi e iu lu chiutu,
(Lui entra ed io lo chiudo,)
cu li chiavi ti Gesù Cristo.
(con le chiavi di Gesù.)
Grazie Madonna mia. La benedizione di Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, scende su di noi, e con noi rimane per sempre. Le preghiere sono finite e restano in pace a tutti noi.
(audio della preghiera recitata da Salvatore D'Amici)
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Quando accaddero i fatti di Jaddico che videro protagonista suo cugino Teodoro, Salvatore non rimase insensibile, credette.
Salvatore mandò a Jaddico un camion con rimorchio pieni di tufi.
- Chi li manda questi tufi?, questa la domanda che Teodoro fece al camionista, ma per Teodoro la risposta era una formalità, perchè la chiesa doveva farla lui.
u.p.