Mons. PIETRO DOIMO MUNZANI
7 settembre 2010
Finalmente l'Alta Corte di Zagabria ha riconosciuto la fondatezza delle richieste di restituzione dei beni immobili abbandonati dagli italiani e nazionalizzati nel 1945 dalla Jugoslavia di Tito. Periodo e vicissitudini dolorose vissuti dagli Istriani (circa 350.000 esuli), costretti a fuggire per evitare le foibe e le violenze da parte dei soldati titini. Il trattato di pace del 1947 tolse all'Italia le città di Fiume, Zara e la maggior parte dell'Istria, lasciando in sospeso il destino di Trieste e Capodistria. Nel 1954, con il Memorandum di intesa, Trieste fu assegnata definitivamente all'Italia e giuridicamente il Trattato di Osimo, nel 1975, chiuse definitivamente la triste vicenda.
Brindisi accolse con generosità e solidarietà tanti esuli istriani, gente seria e laboriosa. Alcuni misero radici nella nostra città, altri, man mano, emigrarono. Molti giovani studiarono nei nostri Istituti, sentendosi brindisini di adozione, per poi partire e raggiungere anche notevoli successi. Brindisino di adozione è stato il popolare cantante Sergio Endrigo, che ha frequentato il liceo classico “Marzolla”.
Pochi sanno o hanno notato che nella chiesa del cimitero di Brindisi è sepolto l' arcivescovo di Zara, Mons. PIETRO DOIMO MUNZANI.
La sentenza dell'Alta Corte di Zagabria ha un notevole valore giuridico, politico e sociale, anche se non potrà lenire il dolore degli Istriani sparsi nel mondo in una diaspora, di cui, ancora oggi, si vuole parlare poco.
La sentenza porta certamente un miglioramento nei rapporti tra l'Italia, la Croazia e l'Europa. E apre nuovi scenari, vecchie ferite e pone nuovi interrogativi: è opportuno, per esempio, che le spoglie di Mons. PIETRO DOIMO MUNZANI rimangano a Brindisi o trasferirle a Zara, per una degna sepoltura nella sua sede arcivescovile?
VITO MAELLARO